— 429 — e ne ripartì il 27 dicembre con 400 prigionieri. Ne rimanevano ancora a Valona circa 6.000 che furono trasferiti successivamente 1. Scortati da siluranti fino nell’ Ionio e talvolta fino a Messina, i piroscafi dirigevano per la stazione sanitaria dell’Asinara in Sardegna, dove secondo le norme mediche prescritte dall’ ispettorato di sanità militare marittima venivano completate le operazioni di bonifica igienica e di risanamento, già cominciate a bordo. Terminate queste operazioni e compiuto il periodo di quarantena, i prigionieri venivano diretti nelle località stabilite per l’internamento. Le navigazioni tutte ebbero sempre luogo senza che alcun incidente di guerra venisse a turbarle, ma il colera sviluppatosi sopra alcuni dei piroscafi flagellò ancora quegli uomini già tanto duramente provati ; sul Duca di Genova specialmente il morbo latente divampò così violento che nella traversata da Valona all’Asinara si ebbero circa 200 casi con un centinaio dì morti 2. In questi viaggi si rivelarono pienamente l’eroi- 1 Nel mese di dicembre partirono ancora da Valona con prigionieri di guerra austriaci i piroscafi Dante Alighieri (2.800 uomini), Sinai (francese, 1.500 uomini) e Armenie (francese 760 uomini) : altri ancora in gennaio simultaneamente all’esercito serbo. Vedi anche appendice IX. 2 Questo flagello fu causa di una rarefazione del numero dei piroscafi disponibili, perchè trattenuti per la disinfezione e la quarantena, a cui dovevano essere sottoposti prima di essere nuo . vamente utilizzati.