L’imbarco prosegue utilizzando tutto quanto è disponibile; ma i proietti nemici ed il mare hanno lasciato intatti, o almeno in stato da servire ancora, ben pochi dei mezzi logistici di cui il porto era stato via via corredato, cosicché una buona parte del traffico si deve fare colle stesse imbarcazioni dei piroscafi e delle navi da guerra. Queste portano i soldati da terra sui drifters, i quali li trasbordano a loro volta sui bastimenti. Quello che resta dei galleggianti portuali serve a caricare il materiale che le condizioni del mare consentono di trasportare. A terra è stato distrutto ed incendiato il ponte sull’Arzen e la brigata Savona, raccolta entro Durazzo e nelle immediate vicinanze, è pronta ad un’ultima resistenza alle porte della città e in direzione di Portes. In mare i cannoni navali vigilano pronti anch’essi ad intervenire, ed intervengono infatti più volte per far tacere le batterie austriache e impedire alle fanterie di avanzare. La Città di Siracusa e la Città di Catania, sempre ancorate a ponente di Capo Durazzo appoggiano il reparto della brigata che sbarra il passaggio di Portes; la Puglia batte Rasbul, Sasso Bianco, quota 200, la diga e le alture vicine. La Libia disperde una sezione di artiglieria campale che marcia in direzione della città; individuati poi due pezzi che il nemico era riuscito a collocare in batteria presso Rasbul, apre il fuoco contro di essi e provoca l’esplosione di una riservetta di muni-