— 97 — nell’avanzata delle nostre forze terrestri questo concorso ¡potesse essere di due specie : « di azione in quanto coi tiri delle navi si potessero prendere d’ infilata o di rovescio le difese nemiche contro le quali avrebbe urtato l’ala destra della III armata, di proiezione in quanto si riuscisse ad impedire alla flotta nemica di tirare sulle nostre truppe operanti in prossimità della costa » 1. Ma nel golfo di Trieste mancava a noi il dominio del mare, anche relativo, fino a che la flotta nemica rimaneva in potenza nella munita piazza forte di Pola : di là essa poteva in ogni momento sferrare una rapida offensiva con forze preponderanti contro nostre navi operanti nel golfo. Di più mentre, come è noto, la migliore difesa delle navi contro le insidie dei sommergibili è la rapida mobilità, per converso, per non imbattersi in torpedini ancorate o alla deriva, le stesse navi dovevano avanzare lentamente, precedute da unità dragamine Queste due circostanze, in antitesi fra di loro, si presentavano nel golfo di Trieste, attissimo ad essere minato per i suoi bassi fondali, di fronte ad un avversario non certo sprovvisto di naviglio subacqueo; cosicché era da prevedersi che •si sarebbero incontrate grandi difficoltà a portare utilmente a compimento operazioni navali costiere 1 Lettera del 2 aprile 1915 del capo di stato maggiore dell’esercito al capo di stato maggiore dèlia marina. Vedi anche vo-lume I, cap. VII. 7. — La marina italiana, ecc., Voi. II.