— 331 — noi. Il ministro degli esteri Sonnino comunicava il 1° dicembre ai due rami del Parlamento che l’Italia avrebbe aiutato la Serbia : « L’Italia, egli disse, non può rimanere insensibile all’angoscioso appello che giunge attraverso l’Adriatico. Faremo dunque al più presto quanto da noi dipende per portare aiuto all’esercito di Re Pietro, assicurandone di concerto cogli Alleati il vettovagliamento ed il munizionamento e ne faciliteremo la concentrazione nell’attesa che giunga il momento della riscossa. « La presenza della nostra bandiera sull’opposta sponda adriatica gioverà pure a riaffermare la tradizionale politica dell’ Italia nei riguardi dell’Albania che rappresenta ora come in passato un interesse di primo ordine per noi, in quanto che la sua sorte è intimamente legata all’assetto dell’Adriatico ». Il compito, che il regio governo volle assumersi con sentimenti di umanità e di fede alle alleanze, fu assolto pienamente col massimo slancio da parte delle nostre forze navali del basso Adriatico e con la cooperazione di reparti alleati. Le laboriose e rischiose operazioni, che la marina italiana dovette intraprendere in conseguenza degli avvenimenti balcanici dello scorcio del 1915, possono elencarsi in ordine cronologico come segue : 1°) rifornimento dell’esercito serbo dopo interrotta la via fino allora seguita da Salonicco at-