Se, grazie alle circostanze e alle nuove situazioni non fu possibile nel basso Adriatico applicare pienamente questo criterio di economia delle forze, con maggior rigore esso fu seguito al Nord. Alcune fra le siluranti maggiori e le torpediniere di alto mare, come vedremo in seguito, furono trasferite a Brindisi nell’ultimo bimestre del 1915, cosicché l’attività maggiore, emanante da Venezia, fu riservata alle torpediniere costiere ed ai sommergibili. Fu perciò alleggerito il servizio di vigilanza ravvicinata degli accessi alla laguna veneta perchè potessero continuare le ricognizioni, la sorveglianza degli sbarramenti esistenti e la consueta posa di nuove mine, di dragaggio, le crociere antisommergibili, le scorte ai dirigibili e agli idrovolanti, gli agguati. Anche le crociere antisommergibili, il pilotaggio, le azioni costiere presso la linea di combattimento dell’esercito, e specialmente i trasporti continuati di materiale e di uomini tra Venezia e il litorale occupato facevano parte dei servizi e delle missioni costantemente disimpegnate durante tutta la guerra dalle piccole unità. Tutto ciò formava una massa di lavoro indubbiamente gravoso, ma esso fu regolato in modo da mantenere il materiale in buona efficienza. Le torpediniere costiere, come si rileva nel rapporto di fine d’anno del comando della flottiglia, furono pronte per missioni durante i quattro quinti del tempo : « A ciò contribuì la disposizione presa fino dal principio, e della quale non si derogò, di stabilire una rotazione delle squa-