— 398 — idrovolanti lanciò una ventina di bombe sulle officine e sulla stazione ferroviaria nell’ultimo tratto del porto canale ed in prossimità della capitaneria di porto. Rimasero danneggiate tre case coloniche, un trabaceolo e due magazzini. Un nostro treno armato, il primo entrato in servizio \ colpì prontamente uno dei velivoli, che fu veduto scendere in mare fra Rimini e Cattolica. Una nuova incursione ebbe luogo nel pomeriggio del 12 febbraio sopra Rimini, Porto Corsini, Cervia, Ravenna e Codigoro e procurò la morte di 14 persone e le ferite di altre: furono anche danneggiati vari edifici, tra i quali la Chiesa monumentale di Sant’Apollinare. In questa occasione le siluranti a. u. di scorta ai velivoli s’incontrarono con le nostre unità in navigazione. Due sommergibili italiani tentarono di attaccare un cacciatorpediniere nemico, ma furono a loro volta attaccati con bombe dagli idrovolanti a. u. Due torpediniere furono inseguite fino sotto Capo Promontore da una nostra squadriglia da caccia che non potè giungere a distanza di tiro. Una nuova incursione il 15 febbraio fece altri pochi danni, ma fu interrotta da un treno armato : questo nuovo mezzo cominciava così ad agire efficacemente in difesa dei nostri centri costieri. Altra città tormentata della nostra costa fu Ancona, contro la quale il 17 gennaio furono lanciate 1 Parleremo ampiamente dei treni armati in altro volume.