— 66 — te ¡preveduto, non era nei piani del suo comando in capo la ricerca della grande battaglia decisiva, ma la volontà di conservarsi in potenza per future occasioni favorevoli; appariva ancbe che nell’ac-cettare o no scontri parziali, da parte austriaca si voleva procedere colla massima prudenza. Lo dimostrarono gli affrettati bombardamenti costieri, il pronto ritorno a Pola del grosso appena ebbe sentore della presenza in mare di qualche unità italiana, ed il rifiuto del gruppo comandato dall’Hei-goland d’ impegnarsi colla Libia e col Città di Siracusa, nonostante l’enorme vantaggio di velocità e la debolezza dell’ incrociatore ausiliario italiano. Facile sarebbe stato all’ incrociatore austriaco ed ai suoi quattro caccia d’imporre la distanza e le condizioni del combattimento per controbilanciare con buona probabilità di successo il maggiore calibro delle poche artiglierie della Libia. Tuttavia la prima giornata trascorsa ed i risultati immediatamente tangibili delle operazioni compiute non erano stati favorevoli per noi. Per quanto piccolo fosse il valore bellico del Turbine, la sua perdita non fu bilanciata da perdite simili del nemico, e nonostante che i danneggiamenti di un tiro non preciso lungo il litorale Adriatico fossero stati arrecati a case ed a materiale non militare 1, il 1 II movimento ferroviario ed il trasporto delle truppe verso la fronte non subì incagli, anche mercè le predisposizioni del comando supremo per le quali la radunata al Nord era già awe-