azione contro i ¡punti militari 1 della costa orientale italiana coll’ impiego di tutte le forze disponibili.
   « A tale scopo, come già informai col mio telegramma Ris. N. 221/0. P. del 22 corr. mese, feci sorvegliare fin dal giorno 19 c. m. la linea Gargano-Pelagosa dall’ Helgoland, Csepel, Taira, Lika, Orien e quella di Pelagosa-Lagosta dal-VAdmiral Spaun, Wildfang, Streiter, Uskoke e Ulan per escludere una sorpresa durante le nostre operazioni, divise in azioni separate. Inoltre con voli di ricognizione sui punti principali della costa italiana furono verificate le notizie a me note sulle dislocazioni delle forze navali nemiche. Feci accertare specialmente l’esistenza o meno di sbarramenti nei pressi di Ancona prima da un gruppo di torpediniere e un’altra volta da un sommergibile; le esplorazioni ebbero sempre esito negativo.
   «____già prima dell’apertura della guerra fu-
   1 Affermazione non rispondente al vero perchè le navi austriache nè in quel giorno, nè successivamente per tutto il corso della guerra osarono attaccare punti difesi di importanza militare della nostra costà.
   Tutte le località bombardate in quel giorno erano notoria1-mente centri indifesi; così Ancona di cui era stato comunicato diplomaticamente il disarmo al governo austriaco, così Senigallia, Potenza Picena, Rimini, Fano, Pesaro.
   L’unico punto difeso era Porto Corsini, ma da informazioni successive si ebbe la conferma che il nemico ignorava ancora che esistessero colà delle batterie, 1« quali erano state istallate pochi giorni prima dell’apertura delle ostilità.