— 341 — Nell’ottobre la situazione andò mutando radicalmente : dopo i primi successi dell’armata di Ma-ckensen, affermandosi sempre meglio una decisiva vittoria nemica sull’esercito serbo, la politica del governo austriaco verso il Montenegro si modificò : non era più necessario usar guanti di velluto, pur continuando la pressione per convincerlo ad una pace separata \ Premendo sulle truppe montene-grine alla metà del mese di ottobre, gli austriaci presero Visegrad e inella prima metà di novembre da Priboi si accingevano a passare il fiume Lim. Sul fronte dell’ Erzegovina il nemico era giunto a Grahovo, obbligando le truppe montenegrine al ripiegamento. Correvano già le prime voci di un attacco in forze, combinato daH’esercito e dalla marina austriaca per la conquista della catena del Lovcen. Il Montenegro privo di tutto non era in grado di resistere; subentrava la sfiducia, e l’idea di una pace separata trovava aderenti più numerosi. Se si voleva scongiurare questa eventualità, urgeva rifornirlo di viveri e di munizioni : esaurite fra poco le magre risorse del raccolto dell’anno in corso, il paese si sarebbe trovato a lottare colla fame. Fu- 1 Già nei giorni 20, 21, e 22 settembre le navi austriache da Cattaro avevano dirètto il bombardamento con grossi cannoni contro i forti del Lovcen; ma questo episodio isolato fu attribuito a rappresaglia per l’incendio di due edifici governativi, provocato da soldati montenegrini agli avamposti. Le stazioni italiane e francesi non riportarono danni dal bombardamento.