— 477 — alleati si orientarono verso il trasferimento dei Serbi in Tunisia \ Secondo il progetto francese, dal momento che grandi bastimenti non avrebbero potuto approdare negli ancoraggi di S. Giovanni di Medua e di Durazzo, i Serbi avrebbero dovuto essere presi a bordo di cacciatorpediniere e di piccoli piroscafi, ed essere mandati a Biserta dopo avetli trasbordati a Brindisi su navi più grandi. La Francia avrebbe concorso al trasporto con gli incrociatori corazzati Victor Hugo e Jules Michelet oltre che con tre piroscafi di media capacità TSatal, Armenie e Sinai che già erano stati impiegati per il trasferimento dei prigionieri austriaci. Da parte italiana fu giustamente escluso l’impiego dei cacciatorpediniere i quali, a parte le considerazioni igieniche, avrebbero potuto portare al massimo un centinaio di uomini per ogni viaggio, perdendo contemporaneamente la possibilità di far uso delle loro armi per l’ingombro del ponte : a queste unità doveva restare soltanto il necessarissimo compito di crociera e di scorta. Fu invece proposto di servirsi quanto più possibile di Va-lona, che offriva ampio ancoraggio ai maggiori bastimenti, sui quali dovevasi effettuare il trasbordo. « Gli ufficiali serbano un contegno in generale provocatore e violento, poco o niente solleciti della disciplina dei soldati, spesso ignari della forza numerica dei reparti posti alla loro dipendenza ». 1 Fra le proposte vi fu pure quella fatta dal generale francese de Mondesir di scegliere PEpiro come luogo di concentrazione, sbarcando i Serbi a Santi Quaranta.