— 605 — uomini doloranti, affranti, seminudi, coperti di piaghe, incrostati di fango fino alla cintola, estenuati dal lungo digiuno e da cinquantatre giorni di marce micidiali fra gole e montagne, sfiniti dalle notti passate al vento, alla, pioggia, alla neve. Barbe lunghe, capelli incolti, insetti di ogni genere, febbricitanti, tossicolosi. La maggior parte scalzi, ftltri con piedi fasciati di pochi e luridi cenci o con scarpe serbe o albanesi, tutt’altro che adatte alle lunghe marce. Ascessi — flemmoni — erisipela — gangrena, tubercolosi, tale era il carico di umanità sofferente imbarcata il 17 dicembre 1915 a Valona per FAsinara. I più esauriti e i più piagati furono assegnati tutti a una stiva sul piano di coperta che venne così a funzionare da riparto infermeria. Il viaggio da Valona al-l’Asinara durò 48 ore. In queste due giornate di viaggio e per tutto il periodo di tempo passato a bordo i prigionieri ebbero il seguente trattamento. Vitto. — Colazione — Caffè con biscotto o pane. Pranzo — Minestra - un piatto carne con guarnizione - pane - 12 centilitri di vino. Cena — Un piatto carne con guarnizione - pane e dodici centilitri di vino. Il pane era confezionato con fior di farina dell’Argentina, luogo di provenienza del piroscafo al momento della requisizione. Aveva ottimo grado di lievitazione e cottura. Le distribuzioni dei viveri vennero fatte col sistema dei ranci. Disciplina. — Appena giorno i prigionieri venivano fatti uscire dalle stive e distribuiti in tutti gli spazi