— 211 — medio calibro, disponeva che all’alba dei giorni seguenti un forte gruppo in crociera si trovasse in posizione conveniente per coprire la costa pugliese e tagliare nello stesso tempo la ritirata al nemico, se fosse tornato ad attaccare l’isola. Ma la posizione dei difensori era critica, sopratutto per la mancanza di acqua potabile e per la necessità di sostituire non solo, ma di accrescere F ingente quantità di materiale di ogni genere, che era stato distrutto. Le opere difensive costruite avevano ottimamente servito a proteggere dal fuoco dei cannoni da 100 mm. del naviglio sottile a. u., ma non erano lontane dal limite di resistenza, e un nuovo più intenso bombardamento non contrastato ne avrebbe certamente avuto ragione. Ingrossare ancora i parapetti era quasi dappertutto impossibile, dato il ripido pendìo dell’ isola, che non permetteva di trovare una base di appoggio sufficientemente larga. Le armi ed i lavori che sarebbero stati necessari per dare all’ isola una appena sufficiente autonomia logistica e difensiva, richiedevano mezzi che non erano disponibili in quel momento e tempo troppo lungo per sperare che il nemico ci consentisse di portarli a compimento senza disturbarli. Perciò il capo di stato maggiore della marina lo stesso giorno 17 decise senza tergiversare l’abbandono di Pelagosa, ed emanò l’ordine che ne fosse rapidamente ritirato il personale ed il materiale, distruggendo tutto quanto non fosse asportabile abbastanza facilmente. La massima vi-