— 255 — Scopi commisurati ai rischi, carattere saltuario delle operazioni, modalità di esecuzione volta per volta diverse, e soprattutto segretezza assoluta nella preparazione, erano i criteri fondamentali che dovevano guidar la nostra marina, per lo meno fino a quando, di concerto cogli alleati, non si fossero creati i mezzi acconci di difesa attiva e passiva per paralizzare l’opera dei sommergibili e ridurre ad un minimo le probabilità di siluramenti. Furono così sospese sia al Nord, sia al Sud, le crociere degli incrociatori corazzati, che potremmo chiamare crociere di ricerca del nemico. L’uscita in mare delle unità maggiori fu riservata soltanto ai casi in cui vi fosse fondata probabilità d’incontro con forti reparti nemici oppure fosse necessario lo spostamento da una base all’altra. L’ammiraglio Cagni in un promemoria diretto il 10 luglio al capo di stato maggiore della marina scriveva : « La perdita deW Amalfi e le condizioni di tempo e di luogo nelle quali avvenne l’affondamento fanno sorgere la convinzione che nel golfo di Venezia il nemico eserciti vero e proprio blocco di sottomarini. « Ed invero questa convinzione è avvalorata dalle notizie dello stato maggiore al riguardo e da quelle locali pervenute a questo comando e spedite stamane all’E. V. Da questo insieme di informazioni risulta evidente la potente organizzazione subacquea che si svolge con centro a Pola. « Ciò posto, appare evidente la necessità di