— 106 — mati di artiglierie e s’ iniziò il piazzamento di batterie a terra non solo lungo la costa, ma anche nell’ interno per battere obbiettivi del fronte terrestre. Nell’ottobre 1915 erano già in funzione fra Porto Lignano e Monfalcone 97 pezzi di grosso, medio e piccolo calibro \ Dato il notevole sviluppo di artiglierie che potevano battere il mare, e tenuto conto che il golfo di Trieste era stato minato un poco da noi, molto più dal nemico, si comprende come il movimento delle navi avversarie veniva ad essere reso molto pericoloso e praticamente paralizzato, ciò che era uno dei compiti più importanti che la marina dovesse assolvere in alto Adriatico 2. Caduta in possesso nostro Monfalcone, fu subito dovuta abbandonare 1’ idea ben attraente di utilizzarne il cantiere navale e la centrale elettrica 3, sia perchè l’accesso da Porto Rosega nel golfo 1 Fra Porto Buso e Monfalcone furono sistemati a terrà due cannoni da 305 mm., quattro da 203, ventotto da 152, sedici da 120 e quarantasette di piccolo calibro. Il trasporto delle artiglierie e dei materiali per l’armamento delle batterie, fatto in buona parte per via marittima, richiese molte spedizioni di convogli rimorchiati lungo la costa tra Venezia e Grado, oon la scorta di cacciatorpediniere e torpediniere. 2 Due volte soltanto nel corso della guerra le navi a. u. at- taccarono le nostre opere costiere e tentarono di disturbare dal mare le nostre posizioni e le nostre truppe: una prima volta il 18 giugno col breve bombardamento del faro del Tagliamento, riferito nel capitolo III, la seconda volta dopo l’ottobre 1917, quando la divisione Wien fu impiegata a battere Cortellazzo. 8 Nel cantiere dotato di 9 scali erano in costruzione un in-