— 103 — di Monfalcone, dove si fabbricavano gas asfissianti, ne fu effettuato il bombardamento il 29 maggio dai cacciatorpediniere Bersagliere capo squadriglia (c. f. Lubelli, t. v. Almagià), Lanciere (c. c. Comolli), Artigliere (c. c. Spano F.) e Garibaldina c. c. De Grossi F.), mentre tre altri, VAlpino (c. c. Ruta), il Pontiere (c. c. Mancini) ed il Corazziere (c. c. Failla) formavano catena di sorveglianza al largo. La squadriglia produsse con le sue granate effetti visibili, mentre non subì danni dai tiri di due batterie campali nemiche che aprirono il fuoco contro di essa. Nei primi giorni del mese seguente il comando della III armata chiedeva che per l’operazione del passaggio del fiume Isonzo, (che le nostre truppe avrebbero iniziato nella notte tra il 4 ed il 5 giugno), la marina provvedesse alla proiezione dell’ala destra con l’appostamento di sommergibili e con il concorso di siluranti. Il comando della divisione Sardegna ordinò un’ esplorazione al largo affidandola ad alcuni cacciatorpediniere, mentre ne dislocava altri cinque presso la foce del fiume per concorrere con azione d’artiglieria. Impiegò altresì torpediniere d’alto mare e sommergibili e le stesse navi Sardegna (c. f. Ciano A.) e Carlo Alberto (c. f. Cavassa) uscirono al largo per sostegno delle siluranti. Fu bombardato Monfalcone, mentre le nostre unità erano prese di mira da batterie costiere e da idrovolanti nemici. Il 7 giugno veniva ripetuto il bombardamento