— 535 — delle unità della flotta austro-ungarica ancorata a Fola. Il comandante del corpo speciale di spedizione però, interpretando le direttive avute dal ministro della guerra, riteneva che dal punto di vista politico e per la ripercussione che l’abbandono di Durazzo avrebbe potuto avere sulla nostra posizione futura in Albania, non convenisse affrettare la partenza delle truppe prima di aver opposto qualche resistenza al nemico che avanzava. Sperava anche di poter effettuare per via terrestre il ritorno a Valona della brigata. Influì forse anche sulle determinazioni del comando di Valona la notizia che i Bulgari, dei quali in un primo tempo si attendeva la marcia su Durazzo, negli ultimi giorni si erano fermati ed anzi ritirati su posizioni più arretrate, quasi volessero evitare di venire a contatto colle truppe italiane. La Bulgaria, trascinata dagli eventi ad essere in guerra coll’ Italia, non desiderava inasprire le relazioni con una nazione che era stata sua amica, e sembra che influenti personalità bulgare assicurassero che le bande bulgaro-macedoni avevano avuto istruzioni di mantenersi poco attive sul fronte albanese. Il comandante in capo dell’armata dal canto suo sollecitava l’abbandono, e pur non entrando in merito alle questioni di carattere strettamente politico, faceva presente quale grave rischio, non corrispondente certo allo scopo, si sarebbe corso qualora, ritardando il ritiro delle truppe all’ultimo momento, le operazioni d’imbarco dovessero