fidente dell’esercito protnto ad entrare in funzione, ma non atto alla guerra marittima, e, dall’altra soltanto un residuo insufficiente di personale di marina atto alla guerra marittima. Si ritornò perciò al concetto dell’aviazione della marina con personale di marina, ma 1’ infiltrazione estranea era già in parte avvenuta. 2°) La necessità di difendere le piazze marittime e le località costiere con apparecchi da caccia dalle incursioni aeree nemiche provocò la necessità di disporre di aeroplani da caccia terrestri, più maneggevoli di quelli marittimi. Tali squadriglie furono armate con personale dell’esercito aggregato alla marina. 3°) La necessità di armare potenti squadriglie da bombardamento con apparecchi Caproni terrestri, maggiormente atti al trasporto di ingenti quantità di esplosivo che non gli idrovolanti, e d’altra parte atti a brevi traversate sul mare, resero utile impiegare personale dell’esercito già addestrato al pilotaggio e manutenzione di tali apparecchi. La promiscuità che derivò da tutto questo, fu però più apparente ohe reale perchè il personale dell’esercito fu posto completamente a disposizione della marina, e ad esso furono affidati servizi distinti da quelli dati al personale della marina. In linea generale con il personale dell’esercito furono armate quasi tutte le squadriglie di aerocaccia terrestri dipendenti dalla marina, i primi nuclei costituiti da Caproni da bombardamento, gli apparecchi destinati alla sorveglianza del traffico dei mari del versante Ovest e pochissimi del versante Est come quelli di Porto Corsini. Valona e S. Maria di Leuca.