— 339 — motivo di diretta attività della marina stessa sulle coste albanesi L. Date le condizioni dell’ancoraggio di S. Gio-vanni, ristretto, in gran ¡parte di basso fondale, aperto e non protetto che da una secca che correndo parallela alla costa poteva offrire ai galleggianti alla fonda appena qualche difesa contro i sommergibili, è facile comprendere come le operazioni di rifornimento presentassero dei rischi: la flotta austriaca avrebbe potuto opporvi gravi intralci, anche con mezzi limitati. Ma l’Austria lasciò invece che il traffico si compiesse indisturbato, perchè conveniva alla sua politica. Essa aveva interesse a non inasprire l’opinione pubblica del Montenegro, dove un forte partito austrofilo (approfittando del fatto che l’Italia non aveva creduto militarmente possibile di aiutare l’esercito montenegrino nell’attacco che si riprometteva di fare su Cattaro col concorso degli Alleati), si adoperava per indurre il sovrano ed il popolo ad una pace separata. Lasciato per conseguenza libero il transito delle vettovaglie, la marina nemica si accontentava di mantenere alcuni sommergibili in crociera nei pressi del porto di approdo, per attaccarvi solo navi da guerra che fossero venute a portata di siluro. Intanto alla metà di giugno 1915, senza preventiva intesa cogli Alleati, l’esercito montenegrino 1 II Montenegro riceveva rifornimenti anche dalla Russia attraverso la Serbia.