— 217 — a combustione, alcuni dei quali ancora a benzina, erano di costruzione leggera, soggetti a facili avarie, e non adatti a lunghe navigazioni. Non si riteneva d’altra parte che tali unità potessero rimanere lontane dalla loro base più di 48 ore senza stancare comando ed equipaggio oltre il limite che non può essere sorpassato senza detrimento della resistenza fisica, e più ancora di quella prontezza di percezione e di giudizio e di quella rapidità di decisione e di esecuzione, che le operazioni subacquee specialmente possono spesso richiedere. Il 24 maggio 1915 trovò le uniche quattro nostre squadriglie sommergibili dislocate in Adriatico, riunite in due flottiglie con sede a Brindisi e a Venezia. La flottiglia di Venezia aveva a capo il capitano di fregata Ernesto Giovannini, comandante al tempo stesso del sommergibile Jalea, e comprendeva, oltre a questa unità, il Salpa, lo Zoea, lo Iantina, il Medusa e VAtropo della prima squadriglia, il G. Pullino, il Fisalia, l'Argo e YArgonauta 1 della 2a squadriglia. La flottiglia di Brindisi con la nave appoggio Lombardia, comandata dal capitano di fregata Giovanni Giovannini, era costituita della 3a squadriglia: Nereide, Nau-tilus, Velella e G. Ferraris e dei sommergibili a benzina della 4a squadriglia Foca, Glauco e Narvalo. Altri 4 sommergibili pure a benzina apparte- 1 L’Argonauta era stato distaccato ad Ancona, ed era il più recentemente entrato in servizio.