— 506 Il 10 febbraio erano stati trasferiti già 100.000 uomini: Durazzo era stato sgombrato dai soldati, dai profughi serbi e montenegrini, dagli ammalati e dai feriti, dai materiali. Trovavansi ancora in e 29 soldati italiani, oltre a diversi notabili da e per Durazzo. Furono altresì trasportati da Valona a Durazzo fondi in oro per il valore complessivo di un milione, destinati al comando italiano, a qiuello serbo ed al consolato inglese. Furono pure scortati: il piroscafo francese Savoie vuoto da Valona a Durazzo, i piroscafi Fauvette, Assiria, Ionio, Epiro, Barletta carichi di Serbi da Durazzo a Valona ed il piroscafo inglese Mirmidon carico di Serbi e materiali da Valona a Corfù. Delle 10.000 razioni imbarcate a Taranto furono distribuite a bordo o consegnate ai piroscafi per ordine del comando della 3a divisione, n. 5.900 ra-zioni complete e 4.000 di biscotto. cc Per il trasporto della truppa stessa, durante il quale (malgrado l’agglomeramento, lo stato pietoso di sporcizia, di esaurimento e di condizioni igieniche), non si ebbe a lamentare alcun caso funesto, fu provveduto al completo isolamento del personale di bordo. Il personale destinato fisso al servizio di pulizia fra i Serbi stessi, ed a regolarne l’imbarco, e lo sbarco, fu tenuto del pari isolato é volta per volta sottoposto ad accurate disinfezioni. Ad ogni sbarco di Serbi si provvide ad energiche disinfezioni e lavande dei locali, della coperta e dell’intera nave, e le condizioni di bordo nulla offrirono di anormale. « Durante tutte le operazioni d’imbarco a Durazzo si ebbero sempre a soffrire, ogni giorno e persino tre volte nello stesso giorno, attacchi di velivoli nemici, austriaci e germanici, riusciti sempre fallaci, come fallace riuscì l’attacco subito a Valona durante lo sbarco dei Serbi il 2 febbraio. Complessivamente il Ben-gasi fu fatto segno durante la sua missione ad una diecina di bombe di velivoli nemici, esplose o cadute in acqua, a distanze non superiori di 300 m. e non inferiori a 5 m. (Valona, 2 febbr.). Uno di tali attacchi si verificò mentre la nave era ancora in moto per andare all’ancora all’arrivo a Durazzo il 1° febbraio, e l’ultimo si ebbe in navigazione senza lancio di bombe presso capo