— 214 — avendo scorti parecchi fumi in direzione sud, mosse per attaccare: era la forza navale austriaca di ritorno da Pelagosa. Portatosi a distanza, non potendo prendere di mira unità di tonnellaggio maggiore, lanciò simultaneamente tre siluri contro una delle siluranti più grandi. Colpì invece la torpedinerà 51 che accidentalmente in quell’ istante si interponeva fra il sommergibile ed il cacciatorpedi-nere. La esplosione separò dal resto dello scafo la prua fino alla prima paratia del locale anteriore delle caldaie. Perirono 17 uomini e 5 furono feriti, ma la silurante potè essere rimorchiata in porto. Il Pqpin sfuggì ai cannoni ed all’ inseguimento. Dopo lo sgombero, Pelagosa restò disabitata finché durarono le ostilità. Il tenente di vascello Da Zara, che vi tornò in ricognizione il 3 novembre 1918, non trovò alcuna traccia che rivelasse la presenza di altri occupanti dopo il nostro abbandono^ i soli esseri viventi incontrati furono un mulo ed una gallina, stranamente sopravvissuti fra i pochissimi animali lasciativi dal nostro presidio tre anni prima.