— 503 — * * * Mentre da Medua avvenivano gli ultimi trasferimenti, l’esodo serbo da Durazzo e da Valona procedeva con rapidità crescente ogni giorno, mercè l’ammirevole passione di condurre presto a felice compimento l’ardua impresa, che animava tutti, equipaggi italiani ed alleati, capi e gregari. La visita di S. M. il Re a Brindisi avvenuta il 17 gennaio fu riconoscimento di questo fervore di azione e stimolo a sempre meglio operare. Nonostante fossero state risolute le difficoltà maggiori sulle località e sul metodo di avviamento dei soldati a destinazione, non mancarono, ed era naturale, alcune cause temporaneamente ritardatrici. Vi fu qualche ritardo dei piroscafi adibiti ai trasporti, perchè trattenuti in quarantena dopo aver avuto a bordo i prigionieri austriaci. I pontili e le imbarcazioni di Durazzo avevano una limitata potenzialità agli effetti delle operazioni d’imbarco, e quelle di sbarco a Corfù risultarono sul principio un po’ lente. Furono segnalate difficoltà per il passaggio del fiume Semeni, ma vi rimediarono i pontieri del nostro genio \ Radicali disinfezioni e pulizie erano necessarie a bordo anche fra un viaggio e l’altro per lo stato indescrivibile nel quale erano i bastimenti dopo aver trasportato a centinaia e a migliaia i soldati nello stato in cui erano arrivati 1 Fu provalo a mandare anche degli zatteroni da Valona per via mare, ma non poterono superare la barra del fiume.