— 538 — Da Valona e da Brindisi furono immediatamente fatti partire 15 piroscafi e 2 navi ospedale opportunamente scortati. Tre gruppi di drifter« furono dislocati per la vigilanza antisommergibile delle acque fra Durazzo e Valona. Furono dati ordini per il preventivo dragaggio delle rotte da percorrere, e mentre incrociatori e cacciatorpediniere erano mandati in crociera tra le basi nemiche e le coste albanesi, gruppi di navi maggiori furono tenute pronte a muovere nel porto di Brindisi. Se non che, giunti i piroscafi a Durazzo, il generale Ferrerò avvertì che lo sgombro era stato rimandato per ordine del comando del corpo speciale di spedizione che intendeva soprassedere, e resistere. Il convoglio, che non poteva rimanere a lungo alla fonda in mare aperto, fu rimandato, e fu perduta così l’occasione propizia di eseguire il trasferimento con mare calmo e buon tempo e non ancor sotto l’immediata pressione nemica. Col rimanere a Durazzo, mentre non si apriva il varco a nessuna migliore probabilità, si correva l’alea o di un rovescio militare con le perniciose sue conseguenze specialmente d’ordine morale, o almeno di sostituire ad una ordinata ritirata volontaria, come era stata deliberata e predisposta, uno sgombro precipitato, che poteva apparire imposto dal nemico, e farci incorrere in perdite di uomini e di materiali, che avrebbero potuto essere evitate. Dal 15 febbraio, mentre il tempo accennava a cambiare, e nel dubbio assillante della sorte che