— 64 — volle disimpegnarsi e, aumentando di velocità, si allontanò rapidamente, e si sottrasse al tiro della Libia1 ; tagliando poi la rotta delle navi avversarie, diresse su Sebenico. La Libia tentò ancora di concentrare il suo tiro suH’Oriera che navigava alquanto discosto dalle altre unità : « Uno dei c. t. nemici, riferì il comandante, essendo rimasto distaccato dal gruppo, dirige di poppa della Libia verso Pelagosa; si accosta verso questo c. t. con rotta di collisione, ma senza poter avvicinarsi a distanza inferiore a 10.500 m. Avendo il nemico una velocità apprezzata di 32 miglia e governando assai bene per sfuggire al combattimento.... si giudica.... vano ogni tentativo di mantenere il contatto, non potendo la nostra macchina raggiungere le 18 miglia. È necessario perciò correre su Pelagosa dove già il reparto da sbarco ha potuto compiere la sua missione : si distacca la Città di Siracusa per portare soccorso ai naufraghi del Turbine affondato». La resistenza di questo piccolo vecchio cacciatorpediniere, durata fino a che, ridotto alla completa impotenza, il comandante ne fece aprire gli allagamenti per accelerare l’affondamento ed im- 1 « Il tiro del nemico era eccellente. La prima salva cadde un po’ corta sotto il bordo, la seconda coprì già l’Helgoland e lo Csepel. Durante il combattimento durato dalle 7,10 alle 7,19, una palla di medio calibro passò tra il fumaiolo prodiero ed il palco di comando, andando a cadere a circa 20 m. dal bordo. Un altro proietto esplose sulla scia dello Csepel, vicinissimo alla sua poppa. Nessuna delle nostre unità fu colpita ». Così dal rapporto del comando dell’Helgoland.