— 165 — 4 cannoni da 76 mm. da sbarco, e di un altro nucleo di artiglieri da fortezza per il servizio di 4 obici da 280 mm. che, prelevati da batterie costiere sul Tirreno, sarebbero stati piazzati sulle cime del gruppo del Lovcen per battere con azione sistematica le opere e le navi di Cattaro. Il capo di stato maggiore sperò ancora che, prolungandosi la neutralità, si potesse aver tempo sufficiente per preparare maggiore copia di artiglieria d’assedio e predisporre gli altri mezzi occorrenti, compreso fra questi un maggior contributo di soldati. Senonchè, decisa ai primi di maggio la nostra entrata nel conflitto, ed insistendo il capo di stato maggiore dell’esercito, generale Cadorna, che nella situazione militare quale si presentava nell’aprile (e che non si prevedeva potesse radicalmente cambiare) non gli era possibile offrire un concorso maggiore, cadde il progetto dell’azione decisiva contro Cattarox, e con esso fu abbandonata, almeno per il momento, 1 La questione dell’ investimento di Cattaro tornò nuovamente in discussione il 5 agosto 1915 in seguito a proposta del Re del Montenegro il quale, alla vigilia di far avanzare le sue truppe nella Bosnia per un’azione comune coi Serbi, avrebbe voluto evitare di lasciare sul suo fianco sinistro le Bocche di Cattaro e Ragusa in mano al nemico. Ma la marina non aveva disponibili nè gli uomini nè il parco d’assedio che sarebbe stato necessario impiegare, e d’altra parte nella situazione militare marittima, che si era sviluppata dall’ inizio delle ostilità, sarebbe derivato alle nostre forze navali da quell’ impresa un grave e rischioso impegno per effetto delle operazioni di trasporto e di sbarco di pesanti artiglierie in prossimità di Cattaro e per le susseguenti continuative operazioni di rifornimento. La proposta non fu attuata.