— 346 — stica, preferibilmente servendosi delle unità minori da carico, piroscafi e velieri, di cui disponeva, e dividendoli in tre gruppi. Il suo piano era di intensificare il servizio che già era stato disimpegnato durante Festate e l’autunno per il rifornimento del Montenegro, e sottoporlo a norme disciplinate in relazione all’ importanza e all’entità molto maggiore che era per assumere. Era indotto a metter da parte l’idea, che si presentava a prima vista più semplice, di scortare sull’altra sponda direttamente gli stessi bastimenti con i quali i rifornimenti sa- buona stagione con lavori di una certa entità, adattarsi al transito di autocarri, ma nella stagione attuale questo adattamento deve ritenersi pressoché impossibile, o per lo meno esso richiederà parecchio tempo e lavori ingenti. 2. — A prescindere dalla difficoltà che la Grecia, la quale ha occupato 1’ Epiro albanese, potrebbe opporre all’ inoltro dei rifornimenti da Santi Quaranta, questione che esula dalla competenza della commissione, occorre tener presente che la sola strada che unisce quella località, costiera all’interno, porta a Monastir e non ha diramazioni verso nord. Il grosso deU’esercito serbo non ripiegherà certo nella conca di Monastir: inoltre questa può essere da un momento all’altro occupata dagli Austro-Tedeschi o dai Bulgari. Per le ragioni su esposte la commissione ritiene necessario che il grosso dei rifornimenti da inviarsi in Serbia, via Adriatico, sia sbarcato in località costiere più settentrionali come Durazzo o S. Giovanni di Medua, oppure inoltrato per la Boiana fino al lago di Scutari. A seconda dell’ulteriore andamento delle operazioni nello scacchiere serbo, potrà anche risultare molto conveniente all’uopo il porto di Antivari: però nei riguardi della protezione marittima esso ha l’inconveniente di essere più vicino alla' piazzaforte di Cattaro,