— 621 — non v’era nessun console spagnolo o svizzero e io risposi che si sarebbe potuto telegrafargli ove trovavasi, affinchè .avesse designato una persona di sua fiducia a rappresentarlo. Così, essendo mezzogiorno, la commissione sj sciolse, stabilendo di riunirsi nuovamente alle ore 14,30 a bordo ed avrebbe presa una decisione al riguardo della mia domanda. Senonchè ialle ore 13,^0 venne a bordo un’altra commissione, presieduta da un capitano di corvetta e composta di oltre 20 ufficiali dei vari corpi della marina e dell’esercito austro-ungarico. I medici, sotto la direzione di un ufficiale di vascello si divisero per i vari repiarti ospedalieri, esaminandovi tutti i ricoverati, nessuno escluso, di cui presero le generalità e si assicurarono che realmente fossero feriti od ammalati e di quali malattie. Solo per le donne e i bambini il medico capo si limitò a fare egli stesso una lista coi nomi e generalità. Il risultato di tale minuto esame, fatto dai medici austro-ungarici, che volli fossero assistiti ciascuno da uno degli ufficiali sanitari miei dipendenti, fu che tutti i ricoverati dovevano ritenersi feriti od ammalati debitamente imbarcati. Intanto gli altri gruppi degli ufficiali venuti a bordo, ciascuno per la sua categoria, eseguivano una rigorosa visita al piroscafo e cioè gli ufficiali di vascello esaminavano le carte nautiche e tutto ciò che riguarda la navigazione, gli ufficiali macchinisti visitavano le macchine le carbonaie, i doppi fondi ecc. ; gli ufficiali commissari i depositi viveri, le stive ecc. In tal modo, nello spazio di poche ore, la nave fu minutamente esaminata ed in ultimo, per ordine del presidente stesso della commis-