— 378 — quelli abbastanza al sicuro dalle offese delle navi e d’altro canto la prossimità della piazza di Brindisi procurava già indirettamente una protezione potenziale contro un nemico, di cui era a conoscenza il proposito di non mettere a rischio di perdite importanti la sua flotta. Poteva perciò ritenersi sufficiente uno sbarramento della bocca del golfo che, pur non dando una sicurezza assoluta contro le insidie dei sommergibili, costituisse un ostacolo, ed al tempo stesso un’arma abbastanza efficace contro di essi per arrestare i tentativi di penetrazione nel-l’interno della baia. Fu per conseguenza progettato uno sbarramento formato da tre linee di torpedini distese fra Capo Treporti a levante e Punta S. Giovanni a ponente, lasciando un intervallo fra le linee di circa 250 metri; Ne fu previsto l’anoo-ramento a immersioni diverse per ogni linea, in modo da essere capace di arrestare così i sommergibili come le navi e le imbarcazioni di piccola pescagione. Al di dentro delle linee di torpedini più interne lo sbarramento fu completato da una linea parallela alle precedenti di reti antisommergibili. Fra lo sbarramento e la terra a ponente si apriva la porta per il traffico colla rada, difesa da una ostruzione mobile e da uno scafo ancorato che faceva da guardaporta, armato di cannoni. La posa dello sbarramento, nel quale furono impiegate 600 torpedini, fu eseguita dalle navi Puglia (c. f. Magliano), Liguria (c. c. Aymerich), Minerva (c. c. Guida) e Partenope (c. c. Ferrerò):