— 163 — eone verso Trieste, la flotta avrebbe cooperato per accelerare la presa di questa città e l’occupazione dell’ Istria. Messa perciò da parte Melada almeno finché durava il primo periodo, furono proseguiti gli studi per la preparazione di uno sbarco a Sab-bioncello e per trasformare quel canale in un ancoraggio sicuro per le nostre squadre. Nell’eseguire tale occupazione potevano essere di guida due criteri distinti: occupazione cioè permanente a fine di farne un ancoraggio stabile, difeso ed assoluta-mente sicuro contro le offese di siluranti e di sommergibili, ovvero occupazione temporanea per un semplice punto d’appoggio delle nostre navi per il breve periodo necessario al conseguimento di uno speciale obbiettivo. Nel primo caso essa avrebbe dovuto sopperire alla mancanza di una base sulla nostra costa in posizione conveniente per facilitare all’armata lo svolgimento della sua azione nel basso e nel medio Adriatico; nel secondo caso avrebbe dovuto servire come diversivo, e come sorgitore di partenza per operazioni offensive intese ad indurre l’avversario a misurarsi in mare aperto con noi. Se tanto in un caso che nell’altro vi erano alcune ragioni d’ indole militare, politica e morale contrarie all’occupazione \ nel primo le difficoltà materiali erano addirittura pressoché insuperabili. 1 Vedi la pubblicazione dell’ufficio storico: L'attività della R. Marina dalla guerra libica alla guerra italo-austriaca edizione 1931-IX. (Riservato agli ufficiali).