— 304 — all’offesa degli stessi sottomarini. Già il 12 ottobre il sommergibile germanico U 39, avendo stimato di trovarsi in circostanze favorevoli, sostenne uno scontro con alcuni drifters in vicinanza di Saseno, e ne affondò uno. La loro protezione richiedeva perciò speciali cure per parte del comando navale italiano, che aveva preso impegno coU’ammira-gliato britannico di mantenere a questo scopo nel canale di Otranto una crociera di incrociatori e di cacciatorpediniere. In un secondo tempo fu anche costituito ad Otranto un servizio di vigilanza con idrovolanti francesi, ai quali furono poi aggiunti apparecchi italiani. Da quanto si è detto si rileva chiaramente che il problema della difesa antisommergibile alla fine del 1915 era ancora ben lungi dall’avviarsi ad una soluzione. Nel novembre fu proposto dall’ Inghilterra di creare una nuova e più stretta intesa fra le tre marine alleate che, conservando gli accordi di massima intervenuti direttamente tra i comandi navali circa le zone di propria giurisdizione, regolasse una più intima collaborazione dei mezzi e delle persone incaricate dell’ordinamento di quella difesa, in tutto il Mediterraneo. Si doveva cioè cercare una coordinazione dell’opera sia dei comandi navali, sia delle autorità dei porti e delle piazze marittime. In una breve serie di sedute tenute a Parigi dal 29 novembre al 3 dicembre 1915 tra i delegati na-