I due fumi avvistati dal comandante del nostro c. t. erano ¡prodotti da due navi italiane che accorrevano in suo aiuto. Lasciato a Pelagosa il reparto da sbarco, la Libia (cap. di freg. Andrioli Stagno) e la Citta di Siracusa (cap. di freg. Petrelluzzi) stavano incrociando rispettivamente a N e a SO del-l’isola, in attesa di riprenderlo a bordo, allorché alle ore 6,17, avuto sentore dai segnali r. t. del combattimento in corso, si riunirono per portarsi sul luogo dell’azione. Messo alla massima velocità *, diressero verso Sud ed avvistarono ben presto l’incrociatore a. u. e cinque siluranti di cui una, (Turbine), appariva avere un incendio a bordo. Alle ore 7,10, pervenute a 9.000 m. di distanza, la Libia con i suoi pezzi da 152 mm. e la Città di Siracusa con l’unico cannone prodiero da 120 \ presero di mira VHelgoland, mentre questo pigliava caccia seguito dai suoi cacciatorpediniere e rispondeva al fuoco con tiri troppo corti. Il combattimento fra incrociatori durò meno di un quarto d’ora : nonostante la sua superiorità 3 il gruppo austriaco 1 La massima velocità era di miglia 18 scarse. * Il cannone da 120 poppiero non aveva il campo libero. In seguito l’armamento di questi incrociatori ausiliari fu aumentato. 3 Contro il vantaggio del calibro da 152 e da 120 mm. da parte italiana di fronte al 100 mm. delle navi avversarie, stavano a favore degli austriaci la velocità molto superiore, il numero maggiore di pezzi e di lanciasiluri, il concentramento del tiro contro due sole unità. Nè va dimenticato che la Città di Siracusa era un piroscafo armato e non una nave da guerra.