— 504 — sul mare alla fine delle lunghe marcie. Il vettovagliamento fatto aveva migliorato le condizioni sanitarie della massa dei soldati, nè si ebbero a deplorare fra questi le infezioni gravi di cui avevano sofferto i prigionieri austriaci; tuttavia molti erano in grave stato di deperimento, ed alcuni morirono durante il viaggio. Non mancarono a disturbare il lavoro intenso che si compieva qualche nuovo equivoco e qualche dannosa interferenza. Però dopo la capitolazione del Montenegro, essendo sempre più imminente il pericolo che il nemico scendesse a tagliare fuori della via di ritirata le truppe da salvare, crebbe in tutti lo stimolo ad accelerare il ritmo delle operazioni. Il 28 gennaio il comandante in capo dell’armata telegrafava al capo di stato maggiore della marina : «Con tutti i piccoli piroscafi ritengo poter giornalmente ritirare da Durazzo da 3 a 4 mila soldati. Necessita però che comando corpo d’occupazione, superando difficoltà marcia e forzando discesa parte truppe serbe da Durazzo verso Yalona per terra, cooperi rapido sgombro che non può avvenire colla dovuta sollecitudine se non viene fatto contemporaneamente per terra e per mare». Il giorno dopo telegrafava al comando del corpo speciale di spedizione in Va-lona : «Ministero marina telegrafa intensificare ritiro truppe serbe. Mentre provveduto ritirare da Durazzo via mare 3 a 4.000 soldati al giorno, prego far giungere Valona via terra almeno 3.000 Serbi al giorno». Nel fatto anche più di 4-5.000 soldati,