— 396 — Il duello di mine continuava serrato : da una parte e dall’altra si posavano sempre nuovi banchi, si sorvegliavano queHi già ancorati, si ricercavano e si salpavano quelli avversari. Questo duello era la causa più comune dei movimenti dei gruppi di torpediniere e di cacciatorpediniere, cosicché quasi giornalmente, spesso con fitta nebbia, una o più squadriglie, partendo da Venezia o da Grado, si portavano col loro carico di torpedini davanti a Duino, a Nabresina, a Punta Salvore, lungo la costa istriana, ovvero accorrevano per disturbare il lavoro dei dragamine austriaci. Si aggiungeva il compito dell’esplorazione nel quale le siluranti erano coadiuvate dai piccoli motoscafi. Citiamo altri esempi oltre quelli già ricordati in un precedente capitolo : il 17 gennaio 1916 tre torpediniere O S scortate da due idrovolanti, sorpresero due rimorchiatori che dragavano presso Miramare : li inseguirono e ne colpirono uno col cannone, mentre esse stesse erano fatte segno al fuoco delle artiglierie costiere e di due velivoli accorsi. Uno degli Gallucci Enrico che « ferito al viso ed alla gamba, prima di essere portato «1F infermeria, volle recarsi all’osservatorio per informare il comandante che era costretto a cedere ed altri il comando della sua sezione, e poscia, invece di preoccuparsi di sè, rivolgeva il pensiero alle condizioni del cannone che era stato colpito ed a quelle dei serventi feriti e, non perdendo nemmeno per un’ istante la giovialità sua abituale, incitava l’armamento a battere con maggiore intensità il nemico ». (Dal rapporto dèi com. superiore presso la III armata all’ufficio del capo di stato maggiore della marina).