— 240 — 10 cioè dello Jalea (comandante e capo flottiglia capitano di fregata Ernesto Giovannini), avvenuto a tre miglia circa ad E.S.E. di Mula di Muggia nel golfo di Trieste. Questo sommergibile era partito da Venezia la sera del 16 agosto con la consegna di passare a Nord degli sbarramenti foranei seguendo la costa, di proseguire in emersione verso Grado, e d’immergersi sul far del giorno per portarsi nel golfo di Trieste, dove doveva percorrere rotte parallele alla congiungente Secca di Muggia-Punta Sdobba, o, preferibilmente, restar sul posto in immersione, se lo stato del mare lo avesse consentito. Siccome nella notte le nostre siluranti dovevano eseguire uno sbarramento di torpedini nel golfo sulla costa nemica, lo Jalea doveva regolarsi in modo da raggiungere Porto Buso verso il tramonto, ovvero posarsi sul fondo tutta la notte dal 17 al 18 per ritornare poi a Venezia il 18 mattina. 11 semaforo di Grado vide infatti il battello immergersi verso le ore 4,30 del 17, dopo che aveva oltrepassato il gavitello che segnava l’origine della rete delle ostruzioni all’ ingresso della laguna, e proseguire poi verso Est in direzione della secca di Muggia. Da questo momento se ne perdette la traoda fino all’alba del 18, quando davanti alla spiaggia di Grado fu raccolto un naufrago che, nuotando, si avvicinava a terra. Era questo il torpediniere Arturo Vietri che faceva parte dell’equipaggio dello Jalea. Questo animoso marinaio narrò ai primi accorsi che il suo bastimento il giorno