— 475 — tare e politico, e giustificarono la conseguente sua risoluta opposizione al desiderio del governo serbo. Al governo francese, che appoggiava i desideri serbi, ed ai governi alleati, il ministro degli esteri notificò che l’Italia avrebbe facilitato l’esodo per quanto possibile, assumendo il compito del trasporto marittimo con le sue forze navali, con i piroscafi e con l’aiuto delle forze alleate, come aveva già assunto quello del rifornimento; ma escludeva in modo assoluto Valona come luogo di permanenza, e non vedeva nemmeno la possibilità e l’utilità di concentrarli nella nostra penisola. Aggiungeva sembrargli fosse più opportuno di trasportarli a Salonicco, qualora non risultasse possibile riunirli fra Tirana e Durazzo, facendovi convergere per via di terra anche la maggior parte delle truppe che erano a Scutari, a fine di riorganizzarle in Albania stessa nella regione a nord dello Scumbi. Secondo le informazioni, in quel momento le tre armate serbe, o meglio ciò che di esse restava, trovavansi due fra Podgoritza e Scutari e la terza fra Podgoritza ed Ipek. Ad Elbassan si trovava inoltre il corpo del Timok ed una ventina di migliaia di soldati provenienti da altri gruppi. Ma con queste informazioni però continuavano intanto a pervenire notizie allarmanti sull’anarchia che regnava fra le truppe, sulle quali così il governo come lo stato maggiore non avevano più autorità sufficiente. Frequenti disordini avvenivano nei villaggi albanesi fra popolazione e soldati, i