— 60 — loro F inutilità dei loro sforzi per ricuperare le parti di archivio nello sfacelo del mio alloggio, ordinai loro di cacciarsi in mare, ma il tenente di vascello sig. Ferrari voleva restare con me, e solo quando gli promisi che lo avrei subito seguito in acqua si decise ad ottemperare al mio ordine. « Rimasto solo a bordo cominciai a visitare i locali interni a partire da poppa. Il Turbine era sensibilmente sbandato sulla sinistra, circa 10°. Nell’alloggio di poppa dei cannonieri e torpedinieri l’acqua era oltre mezzo metro sopra il ponte, similmente era nel locale per l’alloggio dei sottufficiali meccanici. Nell’alloggio ufficiali cominciava ad entrare acqua dalle serrette del locale sottostante per il passaggio degli assi delle eliche. Nel locale della dinamo vi era poca acqua; in macchina l’acqua sorpassava il pagliolo dal lato dritto, mentre a sinistra ve n’era più di mezzo metro. (( Giacevano quivi i cadaveri di due marinai che non potei bene identificare, ma che, come dissi, erano forse i fuochisti A. Di Benedetto e Rapallo. Nei locali delle caldaie non mi fu possibile di entrare a causa del rovinio e della devastazione dei boccaporti di accesso, e solo a stento nel locale poppiero delle caldaie potei gettare uno sguardo attraverso il manicavento del ventilatore che era tutto sconquassato, ma non potei distinguere nulla per l’oscurità. Sceso nel locale di alloggio dei marinai a prora a sinistra trovai che vi era poca acqua sul lato sinistro e molti sacchi e brande sul ponte.