— 519 — '■ i v ; ~ francese1 lasciarono l’isola diretti a Salonicco, per unirsi ai corpi d’armata alleati sul fronte macedone, ed attendere con quelli l’ora opportuna per riprendere le operazioni. Anche a questo nuovo trasporto cooperò la marina italiana mettendo a disposizione i piroscafi Stampalia, Re Vittorio, Principe Umberto, Cordova e Perseo. Furono altresì messi a disposizione sei cacciatorpediniere francesi e 24 drifters inglesi distogliendoli dalle forze navali del basso Adriatoo. Che cosa aveva fatto frattanto il nemico che avevamo di fronte? Il comando della flotta austro-ungarica doveva indubbiamente essersi reso conto dell’entità del nostro sforzo per decidersi a rinun- di Brindisi, grazie al quale quest’esodo potè effettuarsi in maniera così rapida e soddisfacente ». Ma il più commovente dei ringraziamenti fu indubbiamente quello che nell’accomiatarsi dallo stato maggiore e dall’eqiiipag-gio del Città di Catania rivolse alla marina italiana il colonnello Mitrovich, comandante del quartiere generale dell’esercito serbo: « Bene è intesa ed apprezzata dall’esercito serbo la vostra opera nobilissima per il trasporto dell’intera armata, compiuto in così breve tempo su mare infido e superando ostacoli e difficoltà innumerevoli. Ora e sempre per quest’opera vi accompagnino, o marinai d’ Italia, la gratitudine e i voti di tutta la Serbia che sulle vostre navi oggi rinasce per affermare il suo sacro diritto all’esistenza contro l’aggressione e l’oppressione nemica ». 1 Per affermare che l’occupazione temporanea di Corfù era stata fatta nell’interesse e per opera delle potenze dell’ Intesa e non della sola Francia, oltre alle navi e soldati francesi, furono mandati nell’ isola anche stazionari e soldati inglesi e italiani. A rappresentare l’Italia andarono la R. N. Magnaghi e una missione militare di cui fu capo il generale Mirro.