— 51 — centrato, ed il Turbine, circondalo da granate che scoppiavano a mare a lui vicine e vicinissime, procedeva illeso, mentre sia per la velocità raggiunta ‘, sia per le costanti leggere accostate a dritta non subito percettibili del nemico riusciva, se non a mantenere la distanza, almeno a farla variare così lentamente da poter sperare di prolungare la lotta per molto tempo. « Purtroppo le forti vibrazioni dello scafo non permettevano al Turbine un tiro molto esatto e, per di più, sia per una particolare luce, sia a causa delle granate nemiche che scoppiavano sotto il bordo, era ben difficile riconoscere i punti di caduta dei nostri proiettili; tuttavia le poche volte in cui potei scorgerli, parvemi che il nostro tiro fosse buono e perciò fondai speranze su qualche colpo fortunato. Ben presto a bordo si ebbero dei feriti: a me daccanto una scheggia di granata lacerava il polpaccio (mi sembra della gamba destra), al marinaio Campo Mariano, caricatore del pezzo sul ponte di comando; altra scheggia di granata colpiva al braccio destro il marinaio Molfino, e gli asportava nettamente la mano a mezzo avambraccio; altri feriti erano in coperta, tra i quali il sotto capo cannoniere Elia con un fianco ed una 1 II Turbine raggiunse durante 1’ inseguimento la velocità di quasi 30 miglia orarie, ciò che, data la sua età, e in considerazione delle sue macchine alternative, rappresentava un risultato apprezzabilissimo.