si cercò di apprestare le prime cure igieniche e mediche. Per la sproporzione dei mezzi disponibili in confronto dell’ imprevedibile straordinario bisogno, si rivelò impellente la necessità di trasportarli immediatamente in località dove queste cure potessero essere adeguate ed efficaci, cure che il nostro corpo di spedizione, da poco arrivato ed ancora in periodo di organizzazione, non avrebbe potuto somministrare che dopo un’opportuna preparazione dei mezzi. I prigionieri austriaci furono perciò al più presto imbarcati sui piroscafi messi a disposizione per il loro trasferimento, ed a bordo furono prese tutte le misure sanitarie possibili l. Il primo scaglione comprendente 3.711 uomini, dei quali 631 ufficiali, partì il 16 dicembre sui piroscafi Dante Alighieri ed America, scortati dal c. t. Nullo fino a Messina. Seguirono il Cordova il giorno seguente con 1.535, ed il Vaparaiso il 21 dicembre con 3.141. Chiamati a Valona altri piroscafi, l’esodo continuò col Duca di Genova ed il Re Vittorio il 25 dicembre che portarono 6.226 uomini e coll’/ra-diana (2.400 uomini) il 26 dicembre. Anche il governo francese inviò in Adriatico tre piroscafi per concorrere nei trasporti: Natal, Armenie e Sinai. Il Natal, che aveva già fatto un viaggio da Brindisi in Francia con 300 profughi serbi, si recò a Valona 1 Nell’appendice Vili si riporta, come esempio, un rapporto del comandante del piroscafo Cordova ed una relazione igienico-sanitaria del capitano medico di bordo,