— 27 — Scharfschütze, manovrando con marcia indietro, penetrava nel porto canale, fino ad arrivare poco lontano dal punto dove era stata collocata una ostruzione difensiva. Sparando con cannoni, mitragliere e fucileria, mentre lo scafo restava riparato e protetto dalle palizzate del canale, vi si trattenne pochi minuti: riuscito in mare si allontanò fra denso fumo verso Pola insieme col Novara e colle torpediniere. Il fuoco era durato circa 25 minuti. Frattanto da parte italiana, essendo già pronti a respingere l’attacco1, era stato aperto il fuoco simultaneamente al nemico con i quattro cannoni dell’unica batteria da 120 mm. ; i soldati del presidio distribuiti nei trinceramenti già predisposti avevano messo in azione anche le armi portatili. Si combattè contro lo Scharfschütze e contro le altre unità al largo fino a che rimasero a portata di tiro. I danneggiamenti del fuoco nemico alle opere militari, benché magnificati nei rapporti austriaci, si ridussero a poca cosa: «Veniva colpito il fabbricato che comprende faro e semaforo, mentre tutti i tiri diretti alle batterie, al deposito combustibile ed all’ hangar passarono per la maggior parte alti, lasciando questi intatti— Molti dei 1 Per un disguido, l’avviso di apertura delle ostilità giunge al comando della difesa di Porto Corsini a combattimento ultimato, soltanto cioè alle ore 8,30 del 24 maggio; ma questo ritardo non ebbe influenza sull’azione difensiva.