— 213 — intorno a Pelagosa, ebbe notizia delle molte unità italiane che il 18 agosto vi si erano trattenute e dell’ incendio provocatovi. Però dopo le prime incerte informazioni di un idrovolante inviato in ri-cognizione il 21 agosto, sopravvenuto il cattivo tempo, non ebbe modo di fare altri accertamenti; rimase perciò all’oscuro del nostro abbandono. Anche il 6 settembre un idrovolante dopo una nuova esplorazione aerea riportò l’impressione che l’isola fosse tuttora occupata, ben difesa dal tiro e preparata a respingere sbarchi. Perciò il comando della la flottiglia siluranti a. u. apprestò per il 9 novembre una nuova numerosa spedizione. Dopo un breve bombardamento, non essendo stato scorto alcun segno di vita, fu eseguito uno sbarco. Constatata l’assenza di forze itabane, furono asportati colle imbarcazioni pochi oggetti trovati ancora impiegabili. Se questa incursione fosse stata conosciuta in tempo dalle autorità navali di ¡Brindisi, avrebbe potuto derivarne uno scontro in condizioni di superiorità. Infatti nella stessa mattinata transitavano in vicinanza della penisola garganica diretti a Brindisi gli incrociatori Quarto, Bristol ed alcuni cacciatorpediniere, insieme con le RR. NN. Città di Messina ed Etruria provenienti da Venezia. Tre sommergibili francesi erano in quello stesso giorno in crociera a ponente di Lissa e presso la costa nemica. Fra questi il Papin (t. v. Gochin) che mentre era in agguato intorno al Capo Planka,