— 385 — agita il mare in modo da renderle incomode e talvolta da impedire le operazioni portuali. Il servizio dei galleggianti e dei rimorchiatori fu perciò fino dal primo giorno messo a dura prova, e ne soffrirono i soldati che nella massima parte avevano ricevuto quel giorno il battesimo del mare. Lo stesso 2 dicembre col cacciatorpediniere Schiaffano giungeva a Valona il tenente generale Bertotti, comandante in capo del corpo speciale di spedizione. Il secondo scaglione di circa 1800 uomini e 150 quadrupedi partì da Taranto nel pomeriggio del giorno 3 dicembre. Imbarcato sui due piroscafi Valparaiso e Re Umberto, fu scortato da quattro cacciatorpediniere della squadriglia Indomito, e navigò alla velocità di nove miglia per adattarsi alla velocità del più lento dei due bastimenti. Disposizioni analoghe a quelle per il primo convoglio furono prese anche per la navigazione nella notte dal 3 al 4 dicembre e per l’arrivo a Valona. Incrociarono a Nord della linea ¡Brindisi-Capo Linguetta gli incrociatori Dartmouth e Città di Messina con i cacciatorpediniere Animoso (c. f. Genoese), Ardito (c. f. Caccia), Audace (c. c. Piazza) e Schiaffino (c. c. Gallo), mentre contemporaneamente il Topaze con i cacciatorpediniere Ardente ed Esperò scortavano da Otranto a S. Giovanni di Medua un piroscafo carico di munizioni per le truppe serbe, capace appena di una velocità di sei miglia. Alle 25. — La marina italiana, ecc., Voi. II.