— 622 — «ione, ed in sua presenza, fu fatto un appello di tutto l’equipaggio (ufficiali, militari e militarizzati). Da tale esame nulla risultò di anormale e contrario allo scopo f dalla missione umanitaria della uave ospedale. I giornali di bordo, le carte nautiche servite per la navigazione ed altri documenti mercantili furono portati a terra per l’esame e restituiti il giorno dopo. Infine la prima commissione, quella delle prede, ritornata a bordo nelle ore di sera, senzja più accennare al verbale del mattino che non avevo voluto firmare, mi sottopose ad un breve interrogatorio, nel quale mi fu chiesto solo perchè erano stati imbarcati dei profughi serbi. Risposi che ciò era avvenuto per ordine mio essendo tutti dei ragazzi (sino a 15 anni) ed ammalati. Prima di firmare il verbale chiesi ed ottenni che fosre inserito in esso il fatto che il comandante del sottomarino austro-ungarico che aveva fermato la nave ospedale italiana, mi aveva trattenuto insieme al comandante di essa a bordo del sommergibile. Il giorno seguente, 22 corrente, fino alla sera, rimanemmo in attesa; solo alle ore 17,30 venne un ufficiale a domandare a quale ora potevamo essere pronti a muovere per partire e gli risposi alle ore 22. Prima di tale ora, ritornarono a bordo l’avvocato fiscale ed un altro ufficiale, membro della commissione delle prede, i quali dichiararono che potevamo partire e consegnarono tutti i giornali e documenti di bordo che avevano portati a terra. (Le carte nautiche erano già state restituite nel pomeriggio), Sul giornale di bordo, parte 2a, alla data del 20 al 21 gennaio 1916 è scritta, a nostra richiesta la seguente dichiarazione: oc La nave ospedale Konig Albert è stata fermata dalla marina au-