— 319 — una comunicazione diretta, tanto desiderata e necessaria così per portare a questa aiuto di approvvigionamenti, come per trarre dall’oriente le materie prime di cui per lo stato di guerra abbisognavano. All’Intesa premeva dal canto suo che altre nazioni balcaniche venissero in aiuto della Serbia e che, con 1’ impedire il congiungimento degli Imperi centrali con la Turchia, la sfortunata impresa dei Dardanelli potesse alla fine volgersi in favore. Più remota, ma non ancora abbandonata era la speranza di staccare l’Impero ottomano dalia Germania e di assicurarsi il libero passaggio attraverso il Bosforo per rifornire l’esercito russo, abbondante di uomini e povero di armi e di munizioni. Ma per scendere in campo a fianco dell’ Intesa la ¡Bulgaria pretendeva l’autonomia della Macedonia, che nella seconda guerra balcanica era caduta in facile possesso della Serbia e della Grecia, autonomia che queste nazioni non erano disposte ad accordare. Nonostante le sue condizioni precarie, la Serbia nutriva fiducia che gli Austro-Ungheresi non avrebbero tentato più l’alea di una nuova campagna sul suo territorio aspro e montagnoso, mentre erano fortemente impegnati anche sulla fronte italiana; nè da questa fiducia valsero a rimuoverla le notizie di una prossima offensiva che circolavano nell’agosto del 1915 e gli indizi di nuovi concen- perchè lasciasse libertà a sudditi italiani di uscire dal territorio ottomano, ma non si era poi attenuta alle promesse fatte.