9 — 130 — tivo e di manovra, eccettuati forse alcuni voli austriaci di esplorazione. È noto che l’Italia durante il conflitto italo-turco fu la prima nazione a servirsi per fini guerreschi dei mezzi aerei di comunicazione, sia più pesanti che più leggeri dell’aria. Questi mezzi erano allora alla dipendenza del ministero della guerra che li aveva creati, ed erano equipaggiati promiscuamente da personale volontario dell’esercito e della marina. Soltanto nell’anno 1913 furono gettate le basi per un’organizzazione aeronautica propria della marina militare, e fu attuato un primo modestissimo programma. Fu convenuto che, lasciato all’esercito il servizio delle aeronavi con la riserva di utilizzarne alcune pilotate da ufficiali di vascello per scopi di guerra marittima, la flotta avrebbe avuto un proprio servizio d’ idrovolanti : la marina perciò prendeva in consegna gradualmente in quello stesso anno le stazioni idrovolanti esistenti a Venezia, e cioè una sul canale delle Vergini e l’altra in costruzione ai Sabbioni. Riceveva altresì alcuni apparecchi che si trovavano alla Spezia, e li assegnava a quell’arsenale per esperienze ed a qualche nave maggiore. Ma con questo la marina non veniva a disporre che di una ventina di idrovolanti di tipo diverso, sperimentali e di mediocre efficienza. Nell’anno seguente un nuovo reparto, appositamente istituito presso l’ufficio del capo di stato maggiore, concretava un secondo programma per