— 494 — ed accelerare l’evacuazione delle truppe accentrate a Durazzo, fu disposto che il movimento fra Durazzo e Valona non fosse convogliato, ma avesse luogo con continuità, affidando la sicurezza dei piroscafi in navigazione ad un adeguato numero di siluranti in perlustrazione nello specchio d’acqua percorso. Le navi ospedale Albaro, König Albert (poi f’alasciano) italiane, Tchah francese e Devanah inglese effettuarono il ritiro dei malati, dei feriti, delle donne e dei bambini da Medua, da Durazzo e da Valona portandoli a Marsiglia. Le navi ospedale minori italiane Marechiaro e Santa Lucia, appositamente allestite, furono altresì destinate al trasporto dei malati e dei feriti, limitato però ai viaggi da S. Giovanni e da Durazzo a Brindisi o a Valona, dove i ricoverati erano trasbordati sulle navi maggiori o sul piroscafo Brasile, attrezzato temporaneamente come ospedale ed ancorato in rada per servire da nave deposito degli infermi ed occorrendo da lazzaretto. Ai profughi civili serbi fu mantenuta la destinazione alle isole Lipari per passarvi il periodo di contumacia, mentre si assegnava 1’ isola di Favi-gnana alle ipoche centinaia di albanesi che avevano anch’essi abbandonalo il proprio paese.