— 170 — per il mantenimento del possesso. Proprio in quei giorni i movimenti del nostro esercito erano fortemente ostacolati dall’avversario, che, per fermare la nostra avanzata, si valeva dei vantaggi del terreno senza bisogno d’impegnare tutta la disponibilità delle sue forze. L’ inazione dell’esercito serbo e la politica incerta del Montenegro avrebbero facilmente permesso all’Austria di raccogliere le truppe e le armi necessarie per riprendere Lagosta, tanto prossima alla costa dalmata. Le relazioni politiche con la Grecia inoltre erano tese, e noi dovevamo tenerci pronti a fronteggiare l’eventualità che anche quella nazione fosse trascinata nell’orbita degli imperi centrali. La capacità offensiva dei sommergibili nemici si manifestava sempre più effica-ciente e temibile, dimodoché le navi destinate ad effettuare l’occupazione dell’ isola curzolana e quelle che avrebbero dovuto in seguito navigare in quella zona così vicina alle basi avversarie sarebbero state continuamente esposte a rischi considerevoli, in difetto dei mezzi per una sistematica ed efficace difesa antisommergibile. Per tutte queste ragioni, essendo anche intervenuto nella decisione il consiglio dei ministri, l’occupazione di Lagosta fu sospesa, mentre fu confermata quella di Pelagosa, che, data la sua maggiore distanza dalla sponda orientale, presentava rischi minori e richiedeva minore impiego di forze navali da sbarco. Naturalmente molto minore era altresì il beneficio che si sarebbe tratto dall’opera-