— 145 — raggiungere la costa italiana, fu disposto tutto per compiere, al momento opportuno, l’inutiliz-zamento del dirigibile per mezzo degli strappamenti e furono distribuiti i collari salvagente. Chiusa in un sacchetto con alcuni pesi, fu affidata al fondo del mare la bandiera di combattimento e fu gettata anche la mitragliera essendo quest’arma diventata inutile dopo che, con l’allagamento della prua, era rimasta sott’acqua la cassa che conteneva le cinghie porta proiettili. « Dopo circa un quarto d’ora dalla caduta sopraggiunse a grande altezza dalla parte di Pola un idrovolante nemico che, riparato quasi sempre alla vista degli aeronauti dall’ involucro, eseguì varie corse longitudinali, sempre più abbassandosi, a giudicare dall’aumentare del rumore del suo motore, e facendo uso di una mitragliera, di freccie e razzi incendiari, che avvolsero l’aeronave. Ad un tratto apparve sul davanti dell’ involucro una fumata accompagnata da un rapido abbassarsi della prua. Dato all’equipaggio l’ordine di gettarsi in mare, l’incendio divampò fulmineamente. Dileguato il denso fumo non restavano dell’aeronave che brandelli di stoffa brucianti sull’acqua. « L’ufficiale in 2% tenente di vascello De Pisa e il meccanico Maniero scomparvero nel disastro; il resto dell’equipaggio, quasi tutto leggermente ustionato alla faccia ed alle braccia, fu raccolto dopo più di un’ ora da una torpediniera austriaca.... ». 10. — La marina italiana, ecc., Voi. II.