— 193 — niere Tatra, Csepel, Lika, Triglaw, Orien e le torpediniere 77, 78, 80, 81. Facevano parte della piccola forza navale anche il sommergibile UB 14 e gli idrovolanti L 52 e L 53, ma questi ultimi per avarie sopravvenute al principio del volo, si fermarono a Lagosta e non parteciparono all’operazione. L’ UB 14, fatto precedere in ricognizione, servì a segnalare alle navi che la zona era sgombra. Alle ore 5 am. YHelgoland, scortato da due torpediniere, faceva una diversione su Vieste e bombardava il semaforo, tirando una sessantina di colpi a breve distanza che arrecarono danni al fabbricato, senza inutilizzarlo; tornava poi nelle acque di Pelagosa rimanendovi in esplorazione col Saida. Gli altri cacciatorpediniere invece, fiancheggiati da alcune delle torpediniere, si portarono lun-go la costa settentrionale dell’ isola e aprirono il fuoco. L’azione fu così riferita dal comandante del presidio : « Alle ore 4,54 il nemico inizia il combattimento col bordo di dritta dirigendo verso E, in linea di fila e mirando alla radio ed ai fabbricati \ Un colpo fortunato taglia subito l’aereo della R. T. impedendo qualsiasi ulteriore comunicazione. «Dopo essere arrivati sempre facendo un fuoco nutrito alla punta E dell’ isola, i c. t. nemici 1 Gli unici edifici in muratura esistenti a Pelagosa erano il faro, la chiesa di S. Michele ed un piccolo magazzino contiguo a questa. 13. — La marina italiana, ecc., Voi. II.