— 415 — se non quotidianamente, sia a Durazzo, sia a Me-dua, per rincorare gli abitanti, e nello stesso tempo per togliere colla vigilanza eventuali velleità di provocare disordini. La marina faceva così quanto le era possibile per fronteggiare ogni evenienza. Nel servizio dei rifornimenti avveniva alla metà di dicembre un mutamento parziale d’indirizzo. Notammo già che per la lentezza e l’insufficienza dei trasporti terrestri le derrate si accumulavano nel porto di arrivo, sopratutto a Medua, restandovi soggette a deterioramento per le intemperie e ad eventuale distruzione per opera del nemico. Dopo l’incursione del 5 dicembre il già ristretto specchio delle acque del porto restò ancora diminuito a causa dell’ ingombro degli scafi affondati dalle navi austriache : poteva entrarvi appena un solo piroscafo di medio tonnellaggio con tempo bello e manovrando con precauzione. Non era più possibile avviarvi un traffico abbastanza intenso, perchè nella migliore ipotesi le merci sarebbero restate giacenti sulla spiaggia. Nè si poteva fare affidamento d’inoltrarle sulla Boiana, perchè ad ogni sciroccata, cosa abbastanza frequente nella stagione invernale, la barra, che si formava alla foce del fiume, impediva il passaggio, e per potere riprendere il traffico occorreva che fosse rimossa da una bora prolungata. Il rifornimento non poteva perciò avvenire con la continuità e l’intensità necessarie. Il comandante in capo dell’armata, adattan-